Lettera per Parigi | 16 Novembre 2015 |
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
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Trezzo sull’Adda, 16.11.2015
Agli ALUNNI
Ai GENITORI
Agli INSEGNANTI
Al PERSONALE ATA E DI SEGRETERIA
PARIGI, 13 NOVEMBRE 2015
Carissimi Alunni,
venerdì scorso, 13 novembre 2015, alle 10 di sera, TUTTI CI PREPARAVAMO A TRASCORRERE UN TRANQUILLO FINE SETTIMANA quando, improvvisamente, abbiamo visto immagini terribili, ascoltato parole urlate con dolore e paura, provenienti da PARIGI, la capitale della Francia, una delle più belle città che esistano.
ERA DIFFICILE CREDERE A QUELLE IMMAGINI. Forse qualcuno di voi, inizialmente, ha pensato ad un film poliziesco, come se ne vedono tanti in tv.
NO. NESSUNA FINZIONE. SOLO UNA DRAMMATICA REALTA’.
E così siamo venuti a sapere che una studentessa veneziana, VALERIA SOLESIN, è stata uccisa con altri giovani in un teatro mentre ascoltava musica; siamo venuti a sapere che in quel teatro i primi ad essere uccisi sono stati coloro che non potevano fuggire, perché erano su una sedia a rotelle; siamo venuti a sapere che allo stadio, mentre si disputava un’amichevole tra Francia e Germania, i primi spari sono stati scambiati per degli innocui mortaretti, come quelli che voi sparate o sentite sparare a Carnevale o ad Halloween: del resto, chi avrebbe mai pensato che una tranquilla serata al bar, a teatro, in un ristorante, a passeggio per la strada…potesse trasformarsi in un avvenimento tanto terribile?
MA PERCHE’ E’ SUCCESSO TUTTO QUESTO?
Mi rivolgo, in particolare, ai più piccoli: vi sarà senz’altro capitato di arrabbiarvi tantissimo con qualcuno solo perchè volevate aver ragione voi, a tutti i costi!
Ecco, a Parigi, venerdì scorso, è successo qualcosa di simile!
Qualcuno non sopportava che altri la pensassero diversamente da lui e UCCIDENDOLI VOLEVA DIMOSTRARE DI AVER RAGIONE!
Voleva. Ma non ci è riuscito!
Perché come non si può dire di aver vinto una gara dopo aver tenuto un comportamento sleale…così non si può dire di aver difeso le proprie idee mettendo fuori gioco chi non le condivide!
Carissimi Genitori, Docenti, Personale Ata e di Segreteria,
oggi sono rientrata a Scuola con il cuore appesantito dall’angoscia dei fatti accaduti a Parigi. Uno stato d’animo che condivido con voi, ma che per me si è caricato di un ulteriore peso, derivante dal mio ruolo di Dirigente.
COSA POTEVO DIRE AI MIEI ALUNNI, ai Genitori, ai Docenti…?
Sì, perché di fronte a quanto è accaduto NESSUNO PUO’ TACERE. E tanto meno chi ha responsabilità educative come la Scuola!
Agli alunni, su invito anche del Ministro dell’Istruzione, è stato chiesto di fare un minuto di silenzio, un minuto di pausa delle loro attività didattiche per ricordare le molte vittime di questa sciagura.
In quel momento il mio pensiero è corso anche al padre della ragazza italiana morta a Parigi, Alberto, mio collega poiché anch’egli Dirigente Scolastico di un Istituto Comprensivo di Venezia.
Poi, fra un impegno e l’altro, ho letto la lunga intervista rilasciata da Liliana Segre (Corriere della Sera, 16.IX.2015, pag. 17). L’ho letta tutta d’un fiato, come si beve un bicchiere di acqua fresca quando si ha molta sete!
In un grande dolore collettivo, quale è quello seguito ai tragici fatti di Parigi, la testimonianza di una persona che lo ha sperimentato nell’altrettanto tragico contesto della Shoah può dare gli spunti e il vigore per trasformarlo in qualcosa di positivo: CONSEGNARE QUANTO E’ ACCADUTO AI NOSTRI FIGLI-ALUNNI CON UN MESSAGGIO DAI CONTENUTI FORTEMENTE EDUCATIVI.
Lascio la parola a Liliana Segre:
“Bisogna avere il coraggio di spiegare ai nostri ragazzi cosa è accaduto a Parigi. Dicendo la verità e senza ripararli dal dolore e dal pericolo. Perché le nuove generazioni qui in Italia sono state troppo protette e isolate dal concetto di sofferenza, che invece fa parte reale, concreta della vita di tutti noi…Una responsabilità che hanno sia i genitori che i professori”.
“Subito dopo raccomando di non odiare mai. Perché l’odio genera altro odio”.
“Ultima cosa. Mai generalizzare. Mai generalizzare sull’Islam. Assurdo pensare che chi è fedele di quella religione è automaticamente un terrorista…Bisogna trovare le parole giuste per spiegare, per distinguere”.
Subito dopo la Famiglia, la Scuola ha un ruolo importantissimo e insostituibile nella formazione delle COSCIENZE e delle SENSIBILITA’ CIVICHE degli alunni-futuri cittadini. Parole come “tolleranza” e “rispetto”, che dopo i tragici fatti di venerdì sera abbiamo ritrovato nel gesto di un gruppo di musulmani abitanti a Parigi di cantare in piazza l’inno nazionale francese, HANNO LE LORO RADICI, E QUESTE IL LORO TERRENO DI COLTURA, NELL’EDUCAZIONE FAMILIARE E SCOLASTICA.
Può sembrare assurdo…ma è solamente coraggioso pensare che dal sacrificio di persone innocenti possa derivare qualcosa di positivo, come una rinnovata e più forte consapevolezza dei nostri doveri educativi.
E’ un’altra sfida dei non facili tempi in cui viviamo. Vincerla sarà il miglior investimento sul futuro dei nostri figli-alunni!
Un cordiale saluto.
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Dott.ssa Patrizia Santini